Arquà Petrarca si trova in un meraviglioso borgo di origine medievale ed è situato nel cuore dei Colli Euganei ai piedi del Monte Piccolo e del Monte Ventolone.
È divenuta SITO UNESCO dal 2011.
Arquà Petrarca è stata premiata dalla trasmissione Rai “Alle Falde del Kilimangiaro” con il titolo di “2° Borgo più bello d’Italia 2017“.
Il borgo fu costruito in epoca medievale attorno all’anno Mille, ed è composto da due nuclei distinti: uno alto ed uno basso.
Il borgo è divenuto importante poiché è stato scelto dal poeta Francesco Petrarca (nato ad Arezzo nel 1304 e morto ad Arquà nel 1374) come luogo di residenza degli ultimi anni della sua vita.
Francesco Petrarca conobbe la cittadina durante un soggiorno ad Abano Terme per curare la scabbia che lo affliggeva da parecchi anni ed, attorno all’anno 1369, ricevette in regalo la casa ed il terreno da Federico I (Signore dei Carraresi), dove visse nel territorio euganeo fino alla morte avvenuta nel 1374. Francesco ammirava molto il paese di Arquà poiché gli dava tranquillità e pace, esposto con una vegetazione rigogliosa e meravigliosa che ha riportato al poeta alla memoria della sua amata Toscana.
Il nome Arquà non è legato solo al nome del Poeta, ma è legato anche a Jacopo d’Arquà della famiglia Paradisi, che fu un medico al servizio presso la Corte del Re Lodovico d’Ungheria; il nome è da ricordare poiché nel suo testamento, non dimenticò il paese natale e ne dedicò un’opera benefica, ovvero fece costruire una cisterna per lo sfruttamento e uso dell’acqua a beneficio di tutta la comunità locale.
I luoghi da visitare ad Arquà Petrarca sono: la Casa e la Tomba del Petrarca, la Chiesa di Santa Maria Assunta importante poiché ospita la Tomba del Poeta e né ospitò anche il funerale. La Fontana del Petrarca, l’Oratorio della Santissima Trinità e la Loggia dei Vicari. Questi siti risultano molto importanti poiché rappresentano un complesso monumentale di interesse storico e culturale.
LA CASA DEL PETRARCA
La struttura originale della casa risale al duecento, fu lo stesso Petrarca nel 1369 a dirigere i lavori di restauro. La casa all’origine era composta di due corpi con un dislivello tre metri e mezzo; in seguito venne fatta modificare con l’apertura di alcune finestre sulla facciata ed una predisposizione di due unità abitative: una ricavata dall’edificio inferiore destinata alla propria famiglia e l’altra riservata alla servitù ed ai servizi, dove si poteva trovare l’ingresso principale. Il Petrarca si interessò anche alla decorazione interna con affreschi a motivi floreali, di cui si possono ancora ammirare. Il Poeta si prese cura anche degli esterni con la costruzione di due orti (sul fronte e sul retro della casa), dove c’erano piantati soprattutto alberi da frutta ed erbe aromatiche; questi due spazi erano molto importanti per Petrarca che ebbe sempre a cuore la cura delle piante; oggi rimane il giardino all’italiana del 1925 il quale circonda le aiuole geometriche e il vialetto di ingresso che porta alla scala risalente al XVI secolo. Inoltre sono da ricordare: lo Studiolo dove morì il Poeta con sedia e libreria originarie e la nicchia dove è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Petrarca.
Nel cinquecento il proprietario divenne il nobile padovano Pietro Paolo Valdezocco, in questo periodo vengono costruiti la scala esterna e la loggetta rinascimentale ma soprattutto vengono dipinte le pareti ispirate “al Canzoniere, ai Trionfi e all’Africa”. Numerose stanze dell’edificio conservano ancora la decorazione pittorica cinquecentesca: la sala centrale, detta Stanza della Metamorfosi, che presenta episodi ispirati alla prima canzone del Canzoniere; la Stanza di Venere, tradizionalmente ritenuta la camera da letto del Poeta, che prende il nome dalla decorazione del camino con Venere, Vulcano e Cupido, dove era conservata fino agli anni ’70 del secolo scorso, la gatta imbalsamata; la Stanza dell’Africa o di Cleopatra o di Lucrezia, con alcuni episodi tratti dall’Africa, opera in latino del Petrarca, dipinti sul fregio, purtroppo ora scomparsi. L’ultimo proprietario è stato il cardinale Pietro Silvestri, il quale donò la casa al Comune di Padova nel 1875. La Casa del Petrarca fa parte del circuito dei Musei Civici e del Comune di Padova, quest’ultimo ha recentemente promosso una specifica guida dove sono illustrati tutti gli spazi importanti per il Poeta.
FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA
La Fontana preesisteva già all’arrivo di Francesco Petrarca, ed è sicuramente stata utilizzata considerato che al tempo non c’erano altre sorgenti nel centro del paese. Sull’arco frontale in pietra di Nanto è inciso il “distico in latino” (ovvero una strofa formata da una coppia di versi): “Fonti numen inest, hospes: venerare liquorem, unde bibens cecinit digna Petrarcha deis”, ovvero “Un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo e dalla quale il Petrarca poté cantare versi divini”, composto forse da Quarenghi autore dei versi per la “Gatta” imbalsamata del Poeta.
Sull’arca della tomba in marmo rosso di Verona, ci sono le spoglie del Petrarca; l’arca fu eretta sette anni dopo la morte del Poeta dal genero Francescuolo da Brossano. Sul fronte troviamo la scritta dettata dallo stesso Petrarca: “Frigida francisci lapis hic tegic ossa Petrarce, suscipe virgo parens animam, sate virgine pace. Fessaq(ue) iam terris celi requiescat in arce”, ovvero “Questa pietra ricopre le fredde ossa di Francesco Petrarca, accogli, o Vergine Madre, l’anima sua, e tu, figlio della Vergine, perdona. Possa essa, stanca della terra, riposare nella Rocca Celeste”. Il busto in bronzo infisso sull’arca è una copia di quello posto nel 1547 da Pietro Valdezocco e sfregiato da alcuni colpi di archibugio. Il busto originale viene conservato nel museo all’interno della Casa di Petrarca.
PIAZZA SAN MARCO di Arquà rappresenta assieme con la via Castello e via Ventolone, un nucleo originario dove si è sviluppata la comunità. Da ricordare è la Colonna del Leone di San Marco che venne distrutta nel XIX secolo dagli abitanti del borgo, per poi essere ricostruita e riposizionata nel luogo attuale a spese del Comune di Venezia nel 1929.
ORATORIO SS TRINITÀ E LOGGIA DEI VICARI
Dell’Oratorio si iniziò ad avere notizie già nel 1181, anche se sicuramente preesisteva. Questa Chiesa era molto cara al Petrarca, poiché era solito recarsi a pregare. La Chiesa si presenta con una struttura romanica ad un’unica navata con travature scoperte e tetto a capanna.
L’Oratorio fu modificato più volte e nel Trecento fu ingrandito ed inoltre furono eseguiti dei meravigliosi affreschi riguardanti la Madonna e San Cristoforo e nel Quattrocento fu aggiunta l’apside.
All’interno si possono osservare: l’altare ligneo del Seicento con la pala di Palma il Giovane, raffigurante la Trinità ed il Paliotto in cuoio, dove si può ammirare il Cristo Risorto. Ai lati dell’altare troviamo la statua di S. Cristoforo in pietra dipinta e la statua dipinta in legno di S. Lucia. Inoltre all’interno della Chiesa, sono conservate alcune lastre tombali ed un’acquasantiera di epoca romana.
Giovanni Battista Pellizzari nel 1670, dipinse su una grande tela la “La Città di Padova nell’atto di rendere omaggio a un vescovo martire”. Il campanile risalente al XII secolo, fu molte volte rimaneggiato fino al 1928, quando un restauro lo riportò alla forma originaria.
Legata all’Oratorio c’è la Loggia dei Vicari, del Duecento; era il luogo per le riunioni e discussioni dei problemi tra i capifamiglia del luogo e i Vicari. Nel 1828 il tetto fu demolito e rimase scoperta fino al 2003, quando il Comune di Arquà Petrarca ha dato inizio ai lavori che hanno portato la Loggia ad avere di nuovo una copertura.
Oggi i riflessi azzurri dei raggi solari filtrano nelle capriate in vetro e rendono suggestiva la visita al monumento. L’interno della Loggia è arredato con gli stemmi dei Vicari.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Nella Chiesa di Santa Maria Assunta si tenne il funerale di Francesco Petrarca e vicino alla Chiesa venne sepolto. Nel 1677 venne ampliata in lunghezza ed in altezza, mentre la facciata subì delle modifiche nel 1874 e nel 1926. Attualmente mantiene la linea romanica.
L’interno si presenta con due altari laterali in legno scolpito e dorato nel XVI secolo, si trovano a destra e a sinistra dell’ingresso al presbiterio e rappresentano il Battesimo di Gesù. L’altare centrale proveniente dall’eremo del Monte Rua, è opera del scultore Francesco Rizzi della scuola del Bonazza (ovvero uno scultore italiano), ed è composta dalla statua della Vergine e dell’Arcangelo Gabriele.
Dietro l’altare maggiore troviamo la grande Pala dell’Assunta, opera di Palma il Giovane. Nel ‘900 sono stati trovati affreschi della scuola veneta-bizantina in particolare una Madonna con il Bambino; sono emersi altri affreschi risalenti al XV secolo di scuola post giottesca.
FONDAZIONE MUSICALE MASIERO E CENTANIN
La Fondazione Musicale Masiero e Centanin è stata istituita nel 1997 per volere testamentario di Giulia Centanin ed ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica dalla Regione Veneto il 3 giugno 1997. La Fondazione ha sede in Arquà Petrarca nel complesso architettonico di Villa Centanin e dispone di una sede distaccata a Padova. Nella Villa ad Arquà Petrarca è possibile visitare il museo costituito da 25 pianoforti del XVIII e XIX secolo; quest’ultimi possono essere: a coda, a tavolo, verticale e di altre forme rare. Accanto a costruttori Tedeschi, Inglesi, Francesi figurano firme di autori Veneti. La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione del quale è presidente il l’attuale Direttore del Conservatorio di Padova.
LAGHETTO DELLA COSTA – Sito Unesco
Il Laghetto della Costa è un piccolo specchio d’acqua che si estende ai piedi dei Colli Euganei, precisamente ad Arquà Petrarca. Le fasi maggiormente rappresentative sono quelle risalenti all’antica età del Bronzo, tra il XXII e il XV secolo a.C. L’abitato si poteva trovare a Sud Ovest del laghetto, forse diviso in nuclei insediativi, con abitazioni palafitticole, descritta dagli scavatori “formata da impalcati di grosse travi in legno di quercia”.
La conservazione di uno dei paletti rinvenuto lungo il fianco di una delle pavimentazioni, conservato al Museo Civico di Padova, ha consentito l’esecuzione di una datazione radiocarbonica, che ha permesso di datare la struttura tra il XXI e il XX secolo a.C.
Il Laghetto della Costa riveste un’importanza culturale e paesaggistica internazionale, poiché è stato inserito nel SITO UNESCO culturale seriale transnazionale denominato “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, designato nel 2011.
Personaggi illustri di Arquà Petrarca
Altri personaggi illustri di Arquà Petrarca sono: Vittoria Aganoor (nata a Padova nel 1855 e morta a Roma nel 1910), è stata una poetessa italiana. Nel 1900 pubblicò “Leggenda eterna”, questa raccolta poetica è ispirata al tormentato e grande amore per il poeta Domenico Gnoli. Nel 1900 si sposò con Guido Pompilj che fu un sottosegretario nel governo Saracco e Ministro degli Esteri nel governo Giolitti dal 1906 al 1909.
Durante il periodo matrimoniale Vittoria scrisse le “Nuove Liriche” e le pubblicò nel 1908, le quale la resero più conosciuta sull’ambito letterario.
Si ammalò di cancro e morì a Roma nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 1910 all’età di 55 anni.
Adolfo Callegari (nato nel 1882 e morto nel 1948), fu molto importante poiché divenne nel 1922 direttore del Museo Nazionale di Este. Molte sono le sue pubblicazioni dedicate al territorio euganeo come: la “Guida dei Colli Euganei” del 1931 e sempre nello stesso anno “Ville del Brenta e dei Colli”; nel 1941 pubblicò “La piccola guida illustrata per il forestiere”. Inoltre scrisse alcuni saggi in relazione agli scavi che diresse nell’area euganea come quello dello scolo di Lozzo Atestino del 1929. Ma soprattutto il merito gli venne attribuito a due scoperte donate al Museo Atestino: nel 1925 trovò il famoso Medaglione Aureo di Augusto, e nel 1936 trovò nei suoi scavi delle ceramiche del 1500 e del 1600, per lo più brocche in maiolica (un tipo di vasellame) con lo stemma dei Monaci Camaldolesi (ovvero una congregazione monastica).
Negli anni trenta organizzò due importanti mostre a Este riguardanti storia, arte, agricoltura e industrie dei Colli; Callegari inoltre si scagliò pubblicamente con la memoria dal nome: “Una minaccia per i Colli Euganei”; inoltre fece un’insidia alle cave locali che attaccavano brutalmente le bellezze del territorio. Morì nel 1948 ad Arquà Petrarca lasciando dietro di sé la responsabilità di custode e protettore dei Colli Euganei.
Molti sono i motivi che possono portare a visitare il Borgo di Arquà Petrarca: la sua storia, il suo sito Unesco, il suo territorio verde, le manifestazioni culturali, le antiche tradizioni, i piccoli mercatini, e le degustazioni di prodotti locali.
Ad Arquà Petrarca si possono ammirare, in una piacevole e suggestiva armonia di colori, le coltivazioni di ulivi dai quali viene prodotto un olio di altissima qualità, il “Giuggiolo” piccolo albero da cui nasce un frutto dolcissimo simile ad una bacca e dal quale viene prodotto un liquore molto gradevole, ed antiche coltivazioni di vitigni autoctoni dai quali viene ricavato una qualità di vino di prestigio e di riconoscimenti internazionali.
Arquà Petrarca offre un’ottima scelta di b&b, alberghi, resort, casali, agriturismi, ristoranti, enoteche di eccellente qualità. Inoltre è possibile acquistare prodotti locali, souvenir nei negozi situati nelle caratteristiche e curatissime vie del centro storico.
La Pieve di San Lorenzo si trova a Valsanzibio di Galzignano Terme (Pd). La Chiesa risale al XVII secolo ed è ornata da uno splendido campanile romantico a cuspide con attorno un piccolo raccolto. La Chiesa fu ampliata nella metà del Seicento, dalla famiglia nobile dei Barbarigo. In origine la Chiesa principale era quella di Sant’Eusebio; con il passare degli anni e dell’aumento demografico, la Chiesa di San Lorenzo divenne la Chiesa principale della Pieve, mentre la Chiesa di Sant’Eusebio fu trasformata in un piccolo convento il quale raccoglieva le decime dei frati dell’Abbazia di Praglia.
Al giorno d’oggi l’Antica Pieve di San Lorenzo è stata restaurata sia all’esterno sia all’interno, si presenta con uno stile neoclassico, con quattro pilastri coronati da un timpano (ovvero una superficie triangolare); ha una sola navata centrale ed all’interno sono stati messi in risalto bellissimi affreschi che la caratterizzano.